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Un micetto pauroso

Favola italiana

 

Adattamento di Daniela Orsi da
B. Tecchi, Storie di bestie, Milano, Bompiani



C'era una volta un bambino che come voi frequentava la scuola dell'infanzia ed abitava in città. La sua casa si trovava in una via molto rumorosa, dove il traffico era molto intenso.
Ogni mattina Marco, così si chiamava il bambino, era accompagnato a scuola dal suo papà e un mattino.., uscendo dal portone di casa trovò un gattino. Era stato abbandonato, solo, fra il guizzare delle automobili. Era malato: gli occhi cisposi gli impedivano di vedere bene; una tossetta lo scuoteva tutto.
Il piccolo Marco si intenerì tanto che chiese al papà di poterlo portare a casa e lui acconsentì.
Nei giorni seguenti lo curò amorevolmente con i medicinali prescritti dal veterinario, ma soprattutto accarezzando quel soffice batuffolo di pelo bianco. Così in pochi giorni il micetto guari e Marco ne fu felice.
Arrivò l'estate e la scuola chiuse per le vacanze estive, Marco si trasferì dai nonni, in campagna, e portò con sé il micetto. Ma proprio in campagna, il gattino che, in città, aveva coraggiosamente sfidato il guizzare delle automobili, incominciò ad avere paura di tutto. Lo atterriva il grande orologio che scandiva, con chiarezza, ]e ore; lo faceva fuggire lo scrosciare dell'acqua nella fontana del giardino. Gli incutevano paura le mosche e le farfalle. Con i fiori prendeva confidenza soltanto se stavano fermi, quando una leggera brezzolina li faceva ondeggiare lui si copriva gli occhi con le zampette. Quando vedeva le farfalle, quelle nuvolette colorate che non stanno mai ferme, si limitava a guardarle, tenendo una zampetta alzata a mezz'aria.
Un giorno, in giardino Marco si accorse che aveva paura del vento, infatti, rimaneva acquattato in un piccolo cespuglio, alzando a tratti la testina, come volesse fiutare un nemico invisibile. Poi tornava a rincantucciarsi appena il vento si faceva un po' più forte.

Con il vecchio cane Ariolante, le cose andarono diversamente.
Da principio furono miagolii, soffi e guizzi di occhi. Al vecchio Ariolante dispiaceva molto perché avrebbe voluto fare amicizia, ma il micetto aveva timore di ogni cosa che si muovesse.
Un giorno, Ariolante, visto che non riusciva a diventare amico del nuovo piccolo ospite, si distese sul pavimento facendo finta di essere addormentato.

Quel "fare il morto" piacque al micetto. Si fece coraggio e andò incontro al grande nemico, pronto a fuggire non appena il cane avesse fatto la più piccola mossa. Pian piano il micetto si avvicinò e, osservando il cane, scoprì la coda di Ariolante e notò che era simile alla sua, anche se più grande. Si avvicinò ancora e la toccò, ma Ariolante, vecchio cagnone furbo, non si mosse e il micetto si convinse che non c'era pericolo.
Si distese, allora, ma ad un metro di distanza da Ariolante e si mise anche lui a "fare il morto", e così divennero amici.
Da quel giorno, il gattino cominciò ad avere confidenza con tutti e scoprì che il mondo era popolato di tanti amici
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