1) Frutto di colore giallo,
polposo e dolce.
2) Frutto di colore verde o giallo, polpa gialla, simile al mango che
cresce esclusivamente nella Foresta Amazzonica. |
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Il Brasile è un grande paese dove c'è la grandissima Foresta Amazzonica,
dove crescono migliaia di piante, e vi scorre un fiume immenso: il Rio
delle Amazzoni. In Brasile ci sono tanti pappagalli, voi avete mai visto
un pappagallo?
I pappagalli sono uccelli, alcuni sono grandi ed altri sono piccoli,
alcuni hanno un bel ciuffo; tutti hanno morbide piume colorate, alcuni
sono di un unico colore ed altri hanno piume di tanti stupendi colori.
Quasi tutti i pappagalli hanno la capacità di imitare i suoni e le parole
che noi umani pronunciamo.
Una favola brasiliana racconta che un tempo...
Un tempo, il pappagallo non
era come oggi, e gli Indios Guaranì lo chiamavano Curimim, che vuoI dire
bambino.
Ogni giorno, Curimim se ne andava a caccia nella foresta insieme a suo
padre, armato di arco e di frecce che si fabbricava da solo, utilizzando
il legno degli alberi della grande foresta.
Qualche volta, poi, andavano a pescare nei fiumi che scorrono nella
foresta, e Curimim, che era piccolo, prendeva pesci piccoli, mentre suo
padre, che era grosso, prendeva pesci grossi come i dorados o i pacus.
Quando tornavano alla loro casa di legno e paglia, arrostivano il pesce
sulla brace e tutta la tribù mangiava riunita. Se c'era molto, mangiavano
molto, e se c'era poco, mangiavano poco: ma tutto era sempre diviso in
parti uguali. Curimim, però era terribilmente goloso, e cercava sempre di
mangiare più degli altri. Fu per questo, dicono, che diventò un
pappagallo.
Un giorno, come sempre, Curimim andò a pescare con suo padre, mentre sua
madre coglieva frutta nella foresta. A lui la frutta piaceva moltissimo, e
qualche volta aiutava la mamma a riempire la cesta, perché sapeva
arrampicarsi sugli alberi come nessun altro.
Quel giorno sua madre era proprio contenta perché aveva trovato un bel
po' di n2angabas('), che gli Indios chiamano bato-ì, e dei bacuri (2), e
appena tornò a casa le mise ad arrostire sulla brace.
Curimim, che camminava davanti a suo padre, tornò indietro di corsa
perché aveva sentito il buon profumo della frutta arrostita, e cominciò
a mangiarla senza nemmeno chiedere il permesso.
Ma, a furia di ingozzarsi, la polpa, bollente gli andò di traverso e
Curimim si mise a tossire sempre più forte, finché la sua tosse diventò
un rauco "Cra-craE'. La frutta gli era rimasta incastrata in gola, e
Curimirn cominciò a storcere la bocca, che si trasformò in becco, e ad
allungare il collo, che gli si ingrossò come il gozzo di un uccello.
E, finalmente, quando il boccone andò giù, a Curimim venne un tremendo
prurito:
tutto il suo corpo si stava coprendo di penne verdi e di altri vivaci
colori! Poi si sentì leggero leggero, alzò le braccia, che erano
diventate ali, e scoprì che poteva volare. Curimim era diventato un
pappagallo.
Allora, aprì le ali colorate e andò a posarsi in cima ad un albero,
facendo cra-cra con la sua nuova voce rauca.
Qualcuno, però, dice di averlò visto tornare giù e ridiventare un
piccolo Indio. Ma questa è un'altra storia...
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