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Favola maghrebina LA GATTA

(1) Mercato in cui la merce è posta in piccole botteghe che si affacciano sui vicoli, oppure per terra, su stuoie, tra la folla che osserva e contratta a lungo e senza fretta

(2) Sono folletti dispettosi che possono rendersi invisibili e cambiare aspetto e dimensioni

(3) Sono i piatti principali della cucina maghrebina. Il cuscus è preparato con semolino di grano duro e fermentato al vapore di un decotto di verdure mise e carne di montone.

(4) La tajin è preparata con verdura, carne, mele cotogne o prugne, olio di oliva ed una mistura di spezie.


(5) Sono cornetti ripieni di pasta di mandorle che si gustano con acqua di rose.


(6) È un indovino che viene consultato nei momenti critici. È un oracolo che interpreta i sogni ed i volti degli uccelli e il suo giudizio è tenuto in grande considerazione.


(7) È un bagno pubblico simile alle terme romane; immergersi nell'acqua dell'hammam ha un significato religioso, perché il bagno purifica corpo e anima. Le donne frequentano un hammam riservato solo a loro e dove portano i loro figli finché sono bambini.

Adattamento di Daniela Orsi da E. Lazzarato e V Ongini, L'erede dello sceicco, Milano, Mondadori

Kan iama kan... C'era e chissà poi se c'era, e se non c'era fa lo stesso, un sultano, noto per la sua saggezza, che aveva tre figli e desiderava vederli sposati.
Siccome nessuno dei tre aveva ancora preso moglie, volle che fosse la fortuna a decidere per loro.
Così li fece chiamare, li fece accomodare nella sala più bella in cui c'erano preziosi tappeti e tanti comodi cuscini, fece servire un gustoso tè aromatizzato e diede a ciascun figlio un cocomero d'oro dicendo:
--Lanciate il frutto d'oro a caso, e quando cominceranno a rotolare, seguiteli. Se si fermeranno davanti all'abitazione di una ragazza da marito, voi la chiederete in sposa.

Malek, che significa "colui che ha", il maggiore dei tre fratelli, lanciò il cocomero verso nord, ed esso rotolò a lungo, rallentò davanti ad una bottega di caffè, ma questo è il luogo preferito dagli uomini, dove l'aroma del caffè profuma l'ambiente, e intanto si parla, si legge e si gioca a dadi, bevendo da minuscoli bicchieri.
Il cocomero rotolò e rotolò attraversando il suq(1) fino alla soglia di una casa dove viveva Jasmin, una fanciulla bellissima e ricchissima.
Adil, che significa "il giusto", il fratello mezzano, lanciò il cocomero d'oro verso sud, e lo seguì nel deserto, dove la grande distesa di sabbia sembra morta ed inospitale, finché raggiunse un'oasi ricca di palme e di acqua. Qui si fermò davanti all'ingresso della tenda di un beduino.Dalla tenda fatta di strisce di stoffa tessute con lana di capra e pelo di cammello cucite insieme, uscì Eptisam, una ragazza graziosa e buona, che lui chiese in moglie.
Karìm, che significa "il generoso", il fratello più giovane, lanciò il suo cocomero in aria, e quello rotolò a lungo, andando a fermarsi ai piedi di una collina.
Karìm tornò, allora, da suo padre e disse tristemente:
- O signore dei credenti, il mio cocomero si è fermato davanti ad una collina. E il sultano rispose:
- Vuoi dire che là troverai la tua sposa, perciò bussa tre volte sul fianco della collina e aspetta.

Il giovane principe obbedì, e dopo che ebbe bussato tre volte il fianco della collina si spalancò e ne uscì una vecchia che chiese:
- Cosa vuole il bel principe Karìm da questa povera vecchia?
- Vorrei sposare tua figlia, se ne hai una - rispose Karìm. La vecchia si mise a ridere:
- Senti un po', ma lo sai che Nura, mia figlia, è una ginn(2)? Quindi, come tutti i folletti, può rendersi invisibile o cambiare aspetto, e lei ama assumere l'aspetto di una gatta.
Il principe non si lasciò scoraggiare e le disse:
- Così vogliono il destino e mio padre, ed io obbedirò.
Pochi giorni dopo i due figli maggiori del sultano si sposarono, i festeggiamenti durarono parecchi giorni, mangiando cuscus(3) e tajin(4), altri piatti ricchi di spezie e legumi, infine dolci con mandorle, datteri e miele tra cui spiccavano le cornes de gazelle(5).
Il figlio minore, invece, si sposò in gran segreto, e sua moglie arrivò alla cerimonia accompagnata da un corteo di gatti miagolanti.
Il povero Kaùm era molto triste, ma appena lui e la sua sposa furono soli, lei si trasformò in una bellissima ragazza.
Al mattino, però, la sposa ridiventò gatta, e nessuno tranne il marito poteva vederla in forma umana.
Da quel giorno in poi, se qualcuno chiedeva come mai avesse l'aria così felice, il principe rispondeva:
- Ci vuole una buona moglie per fare contento un uomo, e a me è toccata la migliore!
Il regno intero rideva di lui, perché tutti sapevano che per moglie aveva una gatta, di quelle che acchiappano i topi e fanno "miao" nelle notti di luna piena. Solo la vecchia e astuta balia del principe Karìm sapeva la verità, perché lui le aveva raccontato tutto e, stanca di sentir prendere in giro il suo prediletto, decise di risolvere la faccenda una volta per sempre.La balia chiese consiglio ad un kahim(6) e lui dopo aver osservato il volo di alcuni uccelli, le disse come agire. Andò dalla sposa-gatta e la invitò a recarsi all'hammam(7) delle donne, dove si va per fare il bagno e per farsi massaggiare.
La vecchia promise alla gatta che avrebbe potuto immergersi nell'acqua lontano da occhi indiscreti perché lei avrebbe vigilato.
Quando la principessa, prima di immergersi nella grande vasca, si tolse la pelle di gatto, la vecchia la afferrò e la bruciò. Così la giovane sposa fu costretta a restare donna per sempre con grande gioia del marito.
Intanto, il sultano, che sulla moglie del figlio minore ne aveva sentite raccontare fin troppe, ordinò di portarla a palazzo per farla conoscere a lui e alla corte. I fratelli, le cognate e i cortigiani se la ridevano, pensando che il principe sarebbe arrivato insieme a una gattina, quando una preziosa portantina si fermò davanti al portone del palazzo reale, e ne scese la più bella ragazza che si fosse mai vista, vestita con abiti regali. Tutti ammirarono la bellissima Nura ed il felice Karìm la presentò al sultano e a tutta la corte.
Segno questo che Allah fa del bene ai buoni, e che la sua sapienza è infinita

 

 

 

 

 

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