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IL DRAGO DELLA
PIOGGIA
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Al tempo dell'imperatore
Yu... molto e molto tempo fa, vicino ai monti Huo, in Cina, c'era un piccolo
villaggio, e in quel villaggio viveva un prode cacciatore di nome Li Jing, che
se ne andava tutto il giorno per boschi e per valli, inseguendo lepri e cervi.
La Cina è molto vasta, così accadde che Li Jing, un giorno, non si accorse di
essersi allontanato troppo dal villaggio, e il buio della notte lo sorprese.
Li Jing continuò a camminare cercando la via per ritornare, ma continuò a
vagare un passo dopo l'altro inutilmente. |
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Finalmente vide una luce lontana e cercò di raggiungerla, correndo nella notte
nera. Ed ecco, si trovò davanti ad un palazzo ornato di molte lanterne, con un
grande portone laccato di rosso vermiglio (segno, questo, che là abitava gente
ricca). Bussò, e venne ad aprire un servo che s'inchinò e disse:
- Onorevole ospite, i giovani padroni sono partiti, ma la signora loro madre ti
riceverà subito.
Li Jing entrò in un lussuoso salone, dove fu ricevuto da una nobile dama
elegantemente vestita di bianco e di nero, e con i piedi così piccoli che per
camminare doveva appoggiarsi alle sue cameriere.
- Benvenuto, benvenuto - mormorò la dama.
- La mia modesta casa è tua, e la cena che ti offro non è degna di te. Per di
più può capitare che i miei figli, tornando a casa, facciano un gran rumore,
perciò ti prego di perdonarli, se disturberanno il tuo sonno. |
Intanto i servi andavano e venivano, disponendo davanti a Li Jing zuppe
bollenti, ravioli fritti e pesce fresco, che su quelle montagne era una rarità.
E dopo che l'ospite ebbe mangiato e bevuto tè verde, la dama gli fece preparare
un comodo letto coperto di trapunte di seta. |
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Il cacciatore si era appena addormentato, quando un forte rumore lo svegliò.
Qualcuno stava bussando alla porta, e appena il servo corse ad aprire una voce
di tuono disse:
- È ora di far piovere su queste montagne, sui villaggi intorno e nelle
campagne. Tutto deve essere compiuto entro stanotte, non si discute!
Poi il visitatore se ne andò, e Li Jing sentì la signora che si lamentava:
- Povera me, i miei figli sono troppo lontani per avvertirli. Come faremo?
- Potremmo chiedere aiuto all'ospite - rispose il servitore, e aggiunse:
- Sembra un uomo forte e coraggioso. |
La dama mandò dunque a chiamare il cacciatore, e gli disse:
- Devi sapere, caro ospite, che non sei in una casa di uomini, ma di draghi:
questo, infatti, è uno dei tanti palazzi del dio della pioggia, il Grande Drago
che vive in fondo al mare. Il Grande Drago ha il corpo di un semente, quattro
corte zampe, un grande muso e dalla bocca escono fiamme. Lui annuncia i
temporali sputando fulmini e tuoni. I miei figli sono i suoi messaggeri, e
spetta loro far cadere la pioggia sulle campagne e i boschi, sui monti e le
risaie. Stanotte, però, non potranno obbedire agli ordini del nostro padrone,
perché il maggiore è andato ad un matrimonio, e il minore ad una festa. Non
vorresti prendere il loro posto come drago della pioggia? |
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- Signora - rispose Li Jing - io sono soltanto un cacciatore, e non so volare in
cielo né comandare alle nuvole. Ma se mi insegnerai come fare, ti aiuterò
volentieri.
- È facile, - spiegò la dama - dovrai soltanto montare sul mio cavallo bianco
e reggerti forte alla sua criniera, senza cercare di guidarlo. Quando lui si
fermerà e batterà tre volte lo zoccolo, prendi una goccia d'acqua (ma che sia
una sola, mi raccomando) dalla fiasca legata alla sella, e spruzzala in aria.
Li Jing montò sul cavallo bianco e lui galoppò verso l'alto, fin sulle nuvole,
finché non si fermò e batté tre volte lo zoccolo, proprio come aveva detto
l'elegante dama.
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Allora il cacciatore guardò giù. E quando vide che si trovava sopra il suo
villaggio, dove non pioveva da mesi, e dove i contadini non riuscivano più a
coltivare il riso perché le risaie si erano prosciugate, pensò:
- La terra è così arida che una sola goccia non basterà di certo.
Così spruzzò in aria venti gocce e il cavallo tornò indietro di volata.
Appena sceso nel cortile del palazzo, però, Li Jing si vide venire incontro la
dama, che piangeva e singhiozzava a più non posso:
- Ospite, cosa hai fatto! L'acqua contenuta nella fiasca è magica, una sola
goccia corrisponde ad un palmo di pioggia, e tu ne hai spruzzate venti! È
caduta tanta pioggia da spazzare via ogni cosa!
Li Jing si inginocchiò e batté la fronte a terra per il dispiacere e la
vergogna. La dama ne ebbe compassione, così si asciugò gli occhi e lo aiutò
ad alzarsi:
- La colpa non è tua, ma mia, che ho chiesto ad un uomo di svolgere un compito
destinato alle creature del Cielo. Tu hai solo cercato dì aiutarmi, perciò
voglio farti un regalo. Ecco due dei miei servi: se lo desideri saranno tuoi. |
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Batté le mani, e dal corridoio di destra arrivò lentamente un servo anziano,
dall'aspetto gentile e sorridente. Dal corridoio di sinistra, invece, sbucò di
corsa un servo robusto, dall'aria rabbiosa e cupa.
- Non oso prenderli tutti e due - disse allora Li Jing - sarebbe troppo. Terrò
con me il servo robusto e dall'aria rabbiosa, perché è più adatto ad un fiero
cacciatore.
- Sia come vuoi - sorrise la signora, e rientrò nelle sue stanze.
Li Jing uscì dal portone vermiglio insieme al servo e dopo pochi passi si
voltò indietro: l'uomo non c'era più. E anche il palazzo era scomparso. Il
cacciatore, sfregandosi gli occhi pensò che fosse stato tutto un sogno.
Quando tornò al villaggio lo trovò tutto allagato da venti palmi d'acqua e
pianse amaramente, perché capì che non aveva sognato e che era sua la colpa di
quell'alluvione.
Il cacciatore e gli altri abitanti si misero al lavoro e, faticando a lungo,
resero di nuovo fertile il terreno; così i contadini ripresero a coltivare il
riso lavorando nelle risaie e poterono di nuovo indossare i loro grandi cappelli
di paglia per proteggersi dai raggi del sole.
Molti anni dopo il cacciatore diventò un famoso generale, di quelli che non
perdono né una battaglia né una guerra. Tuttavia l'imperatore non gli offrì
mai la carica di primo ministro, come sarebbe successo se, oltre al servo
rabbioso, Li Jing avesse preso con sé anche quello gentile e saggio. |
Favola
cinese
Adattamento di
Daniela Orsi da
E Lazzarato e V Ongini, L'uomo che amava i draghi, Milano, Mondadori.
AMBIENTE
Boschi, valli, risaie I notte buia, cielo pioggia.
PERSONAGGI
Li Jing, dama elegante, Grande Drago delle acque.
AZIONI
Chiede ospitalità, non segue i consigli della dama, provoca l'alluvione
DONO
Due servi - non accetta la saggezza, ma solo la violenza rabbiosa.
ELEMENTO MAGICO
L'acqua contènuta nella flasca.
COLORI
Colori pastello e rosso.
OGGETTI
Chicchi di riso, foglie di tè verde, seta, fiori secchi di gelsomino, germogli
di soia, semi di zucca, polverine brillanti e colorate.
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